È il secondo anno che il Gruppo Assimoco promuove un Rapporto sul Neo-Welfare in Italia, affidandone la realizzazione alla società Ermeneia di Roma, nella consapevolezza che il Paese si trova (e si troverà) a dover disegnare un sistema di protezione sociale maggiormente coerente con le trasformazioni in corso. Anche perché è sotto gli occhi di tutti la progressiva erosione del sistema di protezione pubblica cui fa riscontro la crescita (peraltro ancora non sufficiente) delle coperture assicurative private, aziendali, di categoria come pure il diffondersi di esperienze di mutualismo spontaneo e di cooperazione, che si affiancano alle forme di sicurezza fornite dal soggetto pubblico.
In questo quadro anche il ceto medio ha dovuto far fronte alla crisi, rispetto alla quale l’atteggiamento di sostanziale bivalenza, rilevato lo scorso anno, si sta trasformando in una graduale metabolizzazione attiva della crisi stessa. Si sta passando, in altre parole, dalla registrazione dell’impatto negativo accompagnato da una contemporanea apertura nei confronti di una modalità diversa di gestione della propria vita ad una maggiore assunzione di responsabilità e di voglia di fare che investono in pieno il soggetto famiglia.
È per questo che nel Rapporto 2015 si è voluto centrare l’analisi non più sugli individui bensì sulla famiglia, quale soggetto-chiave attorno a cui si declinano le scelte di consumo, di risparmio, di investimento e di copertura dei rischi. Essa infatti si trova a dover ricomporre, con non poche difficoltà, le tante risposte frammentate di politiche e di servizi, mentre si è diversificata la stessa forma-famiglia e si sono articolati i relativi bisogni sociali.
Di conseguenza si è effettuata un’indagine di campo, diretta ai capifamiglia italiani, sulle modalità di incorporazione attiva della crisi e sulla valutazione dei “grandi rischi” della famiglia, nonché sulla necessità di disporre di servizi “ricomposti” (e non frammentati come sono oggi). A questo scopo si è voluto anche effettuare un’analisi che potrebbe essere definita di antropologia assicurativa degli italiani, la quale risulta essere a sua volta in positivo sommovimento, anche a seguito dell’impatto dell’attuale ciclo economico.
Sono poi state analizzate una serie di esperienze concrete, spesso di tipo mutualistico-cooperativo, che già prefigurano forme di neo-welfare basate proprio sulla ricomposizione dei servizi e rivolte ad una famiglia in palese evoluzione sul piano della sua struttura e delle necessità che ne derivano, stante l’esistenza di coppie con figli e senza figli, di unioni formali e non formali, di genitori singoli con figli a carico, di single e separati/divorziati, di famiglie ristrette e di famiglie allargate.
Lavorare per un neo-welfare di qualità rappresenta un’esigenza da condividere e una realtà da costruire per il Paese, che ha bisogno di una convergenza intelligente tra soggetti pubblici e soggetti privati, tra soggetti mutualistico-cooperativi e soggetti associativi, unitamente ad una assunzione consapevole di responsabilità da parte delle singole persone e delle stesse famiglie.
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