Il Rapporto Ospedali & Salute/2012 giunge quest’anno alla decima edizione, svolgendo la sua funzione di presidio culturale rispetto allo sviluppo dei servizi ospedalieri del Paese. Disponiamo di un sistema complesso di strutture e di attività, per le quali si investe il 55% della spesa sanitaria pubblica, in cui operano quasi 650 mila addetti e presso cui accedono ogni anno circa 14 milioni di cittadini.
Lo scopo del Rapporto è quello di mettere annualmente sotto osservazione una realtà in costante trasformazione, in modo da offrire agli operatori, ai decisori e alla pubblica opinione, analisi e riflessioni che investono sia le modalità con cui vengono svolti i servizi ospedalieri sia i comportamenti e le opinioni dei cittadini che richiedono servizi e quindi valutano questi ultimi.
La struttura consolidata del volume risulta basata sull’illustrazione dei fenomeni più importanti dell’anno, sulla consueta indagine congiunturale delle relazioni che intercorrono tra le famiglie e l’ospedalità (completata questa volta da un’analisi dei costi e dei problemi che incontrano gli utenti che si rivolgono alle diverse strutture), nonché sulla predisposizione dei consueti indicatori statistici che danno un quadro dell’evoluzione nel tempo dell’intero sistema.
L’illustrazione dei fenomeni più importanti dell’anno si è concentrata nel 2012 sulle possibili dinamiche distorsive indotte dal processo di riduzione della spesa pubblica (peraltro iniziato non da oggi). Il rischio è quello di non riuscire a distribuire equamente gli sforzi necessari da sostenere tra le diverse tipologie di soggetti coinvolti: quelli pubblici, quelli privati ed infine gli utenti dei servizi. Fare di più con meno costituisce certamente un compito difficile che riguarda tutti, senza scarico a valle degli oneri derivanti dai processi di efficienza necessariamente da intraprendere. Questi debbono partire dall’ospedalità pubblica per poi spalmarsi su quella privata e quindi sugli utenti (in questo caso in termini di eventuali apporti economici, fiscali e/o di riduzione dei servizi).
L’obiettivo comune deve tuttavia essere sempre quello di riqualificare il sistema misto pubblico/privato, mantenendo le sue caratteristiche di solidarietà e di universalità, promuovendo una sorta di “alleanza per ripartire”. Essa deve essere essenzialmente basata su meccanismi di riconoscimento economico (e premiale) della qualità delle prestazioni, indipendentemente dalla tipologia di strutture che le offrono. Come del resto mostrano di apprezzare i cittadini che operano le proprie scelte ospedaliere senza ispirazioni di tipo ideologico, bensì individuando semplicemente l’offerta di servizi che ritengono migliore e maggiormente appropriata per le proprie necessità di cura.
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