Per il secondo anno la Camera di Commercio di Roma ha promosso, tramite la sua Azienda Speciale IRFI, un Rapporto sulla microimpresa nel contesto urbano capitolino.
Il tema è rilevante per almeno tre ragioni: in primo luogo, perché esiste uno stretto legame tra microimprenditorialità e tessuto urbano, che funge da “vivaio” naturale delle piccolissime aziende; in secondo luogo, perché le tante “molecole” aziendali contribuiscono a consolidare il tessuto economico e a rafforzare la coesione sociale della città; infine perché, per essere più competitiva, la piccolissima impresa necessita di adeguate azioni di formazione, di informazione e di assistenza, cui è dedicato, per l’appunto, il lavoro dell’IRFI che ogni anno coinvolge un migliaio di operatori, impegnati a migliorare la qualità della gestione delle proprie aziende.
Quest’anno si sono voluti esaminare due ambiti nuovi (la Ristorazione e l’Audiovisivo), compiendo un passo ulteriore dopo l’analisi sul comparto del Food e su quello dell’Informatica, oggetto del Rapporto 2005.
Per il comparto della Ristorazione, i risultati della ricerca evidenziano un insieme di aziende con una significativa componente giovane e titolari dal livello di istruzione in crescita. Sette imprese su dieci vivono una fase di sviluppo, mentre le altre si trovano in una fase di incertezza o di difficoltà. Lo sforzo di innovazione è orientato non solo al prodotto, ma anche alla presentazione dello stesso e, più lentamente, ai nuovi servizi offerti al cliente. Il ricorso alla formazione, non elevato, è comunque avvertito come una necessità, specie sul duplice fronte del Personale e della Gestione generale dell’impresa, la quale avverte acutamente l’esigenza di compiere un significativo passo in avanti.
Per quanto riguarda il comparto dell’Audiovisivo, i risultati evidenziano un quadro di aziende prevalentemente di capitale, di non recente formazione, per lo più fondate dall’attuale titolare e con più di 4 addetti, con un livello di innovazione, specializzazione e dinamica di sviluppo di tipo “medio”. Le imprese avvertono l’assedio delle aziende più grandi e si stanno misurando con la necessità di inventare nuovi prodotti e di trovare personale adeguato. Non si registra una forte spinta verso la formazione delle risorse umane, anche se chi ha fatto esperienza in tal senso ne dà valutazioni positive e ritiene che bisognerebbe intensificare maggiormente tale attività, specie nel campo dell’Innovazione di Prodotto e in quella di Mercato.
Nel complesso esiste, dunque, una potenzialità di azioni formative da sviluppare, a patto di realizzare un intreccio virtuoso tra una progettazione ben radicata nel comparto considerato, una modalità di strutturazione delle attività di formazione più flessibile e personalizzata per le piccole imprese ed una attività di informazione più articolata e puntuale.
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