Ci sono 30 mila persone che costituiscono la minoranza ladina, residente in un’area che sta a cavallo delle province di Bolzano, di Trento e di Belluno.
Si tratta di un insieme di realtà territoriali insediate nel cuore delle Dolomiti, con un ambito naturale straordinario che ha costituito anche la fondamentale risorsa dello sviluppo turistico degli ultimi quattro decenni.
Ma vicino agli aspetti economico-territoriali esiste la componente culturale e identitaria di questa popolazione, fondata su una lingua specifica (il ladino), su storia, tradizioni e senso di appartenenza.
Si è davanti dunque ad un territorio con due risorse “forti” (l’ambiente naturale e la specificità ladina) che sono entrate nel percorso dello sviluppo locale sino ad oggi sperimentato.
Ma qual è il futuro che attende la comunità ladina? Come potrà evolvere il sistema economico territoriale locale? E quale ruolo potrà giocare la cultura ladina in questo contesto? È possibile declinare le due risorse ricordate in maniera intelligente ed equilibrata, per i residenti e per gli ospiti?
Il Rapporto riporta i dati di un’indagine che ha coinvolto più di 200 testimoni privilegiati della società civile del mondo ladino, che ragionano sul futuro a 10 anni del loro territorio e sulla qualità della loro convivenza.
I risultati mostrano una forte consapevolezza dei fattori in gioco e della necessità di dover affrontare una fase nuova, nella quale il tema della “relazionalità” diventa strategico rispetto a quello più conosciuto dell'”autoreferenzialità”. Crescere in maniera più equilibrata richiede di mettere in rapporto tra loro settori economici diversi e territori ladini diversi, oltre che aspetti economici e aspetti identitari, secondo una delicata composizione che renda originale e distintiva, oltre che produttrice di un adeguato valore sociale, la realtà ladina oggetto dell’analisi.
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