Ristabilire una visione equilibrata del mondo anziano non rappresenta un’esigenza solo italiana, ma investe l’intera Europa.
L’invecchiamento della popolazione ha bisogno infatti di essere interpretato al di là dei numeri che disegnano un futuro più sbilanciato sulle componenti mature della società.
Serve perciò saper guardare alla soggettività delle persone anziane che oggi restano attive e vitali ben oltre l’età della pensione.
Solo lavorando su questa risorsa nascosta sarà possibile affrontare il tema dell’invecchiamento altrimenti insolubile. Reimmettere nella vita attiva (professionale, familiare, civile) la componente anziana vitale costituisce un compito che richiede un cambiamento di prospettiva e politiche adeguate.
Per questo si è voluto sentire direttamente la componente anziana dei vari Paesi, oltre che quella delle relative associazioni di rappresentanza.
I contesti nazionali sono diversi e le opinioni assumono conseguentemente sfumature e pesi differenti. Ma presentano anche convergenze inevitabili sulla necessità di passare all’azione per sostenere in maniera più esplicita la voglia di prolungata autonomia degli anziani vitali.
La “chiamata” è per tutti: per le singole persone e il loro impegno ad investire le proprie energie, per le associazioni e il compito di interpretare i nuovi interessi, per le istituzioni nazionali che devono inventarsi politiche appropriate e per l’Europa, da cui ci si aspetta un segnale chiaro e inequivocabile in questa direzione.
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