La riflessione su anziani e consumi ha segnato lo sviluppo di più Rapporti Annuali che 50&Più Fenacom ha promosso dal 1999 ad oggi.
L’obiettivo è sempre stato quello di riportare l’attenzione della cultura collettiva sulle caratteristiche reali del mondo anziano, facendo uscire quest’ultimo dalla prigionia di un’immagine parziale e distorta di cui era portatore: povertà, disagio, solitudine, bisogno di assistenza costituiscono tratti che hanno avuto tradizionalmente la prevalenza. Essi sono associabili ad una parte vera, ma minoritaria (fortunatamente) degli ultrasessantenni.
Guardare agli anziani attraverso la lente del consumo significa cogliere, al contrario e con immediatezza l’altra parte, quella caratterizzata da un elevato livello di autonomia fisica, economica, culturale da parte del 90% delle persone mature.
Ma le aziende si sono accorte in questi ultimi anni che hanno davanti una categoria di clienti desiderosi di consumare di più e meglio? Hanno registrato il senso di insoddisfazione degli anziani, costretti a non ritrovarsi in un’offerta di prodotti e di servizi, che sembra ancora poco ritagliata sui loro nuovi bisogni di persone esigenti, solvibili, autonome e desiderose di avere una buona vita? Si può ipotizzare uno sforzo convergente tra produttori, distributori, sistema associativo e anziani in vista di una nuova stagione di offerta di beni e di servizi, in grado di interpretare quello che gli anziani vitali sono realmente e vogliono ulteriormente diventare?
A questo mira il presente Rapporto che ha esplorato comportamenti e opinioni di un campione nazionale di 60-75enni che vivono la fase di uscita da un ciclo economico complesso che ha imposto di riconsiderare il proprio modo di consumare, di risparmiare, di investire non solo agli anziani ma all’intera popolazione.
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