Il Rapporto “Ospedali & Salute/2008” inaugura il suo secondo quinquennio di presidio della realtà ospedaliera italiana. Si è deciso, sei anni fa, di creare un appuntamento – che mancava – di riflessione e di proposta su una realtà importante come è quella dei servizi ospedalieri. Ad essa fa capo non solo più della metà della spesa pubblica per la salute, ma soprattutto una vera e propria “esperienza sociale”, visto che ogni anno circa 12 milioni di persone entrano nelle strutture ospedaliere pubbliche, private accreditate o private tout-court per effettuare visite, analisi, interventi o per intraprendere cure a vario titolo. A questo si aggiunga che nel settore prestano la loro opera poco meno di 650 mila addetti che a vario titolo si occupano dei pazienti ed interagiscono con le rispettive famiglie.
Lo scopo del Rapporto è quello di interpretare con continuità una realtà complessa e in costante evoluzione, mettendo le analisi e le riflessioni al servizio degli operatori, dei decisori e della pubblica opinione.
Attraverso la struttura consolidata del volume (illustrazione dei fenomeni più importanti dell’anno, indagine congiunturale sui rapporti che intercorrono tra famiglie e ospedalità, predisposizione degli indicatori statistici) si è posto l’accento nel 2008 sulla particolare “tensione” esistente tra una domanda di ospedalità sempre più consapevole ed evoluta da parte dei cittadini ed un’offerta di servizi non ancora sviluppata come un sistema realmente integrato tra strutture pubbliche e strutture private, accreditate in particolare. Si è sottolineata perciò la necessità di ripensare una governance più equilibrata che rispecchi l’orientamento delle persone le quali sempre più scelgono la struttura che si ritiene fornisca – volta per volta – le prestazioni di migliore qualità, che si trovi più vicino a casa, che riscuota una piena fiducia (secondo quanto peraltro era previsto ancora dalla riforma del 1992). Certo questo implica di dare sostanza sia ai meccanismi di scelta delle famiglie sia ai meccanismi di finanziamento delle strutture, che sempre più devono rispondere a criteri severi di qualità delle prestazioni fornite. E questo sia che si tratti di ospedali pubblici o privati accreditati, eliminando le asimmetrie di trattamento e introducendo un ente terzo di controllo e di valutazione, in sintonia con la strada che altri Paesi e la stessa Unione Europea stanno percorrendo.
Infine sono stati aggiornati i tre Indici sull’andamento dell’ospedalità italiana: l’Indice sullo sviluppo di un sistema misto delle strutture di ricovero, l’Indice di soddisfazione percepita da parte dei cittadini nei confronti dei servizi ospedalieri e l’Indice di libertà di scelta degli istituti di cura da parte dei cittadini.
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