Il Rapporto Ospedali & Salute 2009, giunto alla sua settima edizione, continua a presidiare un tema-chiave per la vita dei cittadini, quello dei servizi ospedalieri. Ad essi fa capo più di metà della spesa pubblica per la sanità ed una tipologia molto articolata di strutture sul territorio (aziende ospedaliere, ospedali in gestione diretta, cliniche universitarie, IRCCS, ospedali privati accreditati di vario tipo). Si tratta di una rete complessa di istituti cui si rivolgono annualmente quasi 14 milioni di cittadini e in cui lavorano circa 650 mila addetti.
L’obiettivo del Rapporto è quello di interpretare con continuità una realtà in costante evoluzione, mettendo le analisi e le riflessioni – sia sul piano dell’offerta dei servizi sia sul piano della domanda – a disposizione degli operatori, dei decisori e della pubblica opinione.
Attraverso la struttura ormai consolidata del volume (l’illustrazione dei fenomeni più importanti dell’anno, l’indagine congiunturale sui rapporti che intercorrono tra le famiglie e l’ospedalità, la predisposizione di appositi indicatori statistici) si è posto – tra l’altro – l’accento nel 2009 sul livello di “inefficienza implicita” presente negli ospedali pubblici, che è stata stimata attraverso un’apposita simulazione. Essa ha applicato un trattamento tariffario analogo a quello riservato agli ospedali privati accreditati, ma corretto verso l’alto per riconoscere le funzioni “aggiunte” (peraltro remunerate a parte), svolte dalle strutture pubbliche. Ciò nonostante è emersa una consistente quota di inefficienza che pesa inevitabilmente sulla spesa pubblica per la sanità. Ma con l’occasione sono apparse anche evidenti le inadeguatezze concernenti la trasparenza e la pubblicità dei bilanci degli ospedali pubblici, malgrado la normativa via via emanata nel corso degli anni.
Nell’ambito dell’indagine sulle famiglie si è poi misurata la crescente propensione dei cittadini a scegliere l’ospedale più appropriato, non tanto in relazione alla relativa tipologia giuridica di appartenenza quanto piuttosto alla qualità intrinseca delle prestazioni fornite e alla possibilità di esprimere il meglio dell’assistenza da parte delle famiglie nei confronti dei ricoverati. Ma si è anche posto l’accento quest’anno su un tema monografico: quello dell’effettiva centralità del paziente e sulla carenza delle “giunzioni” che rendono spesso difficili la saldatura tra servizi ospedalieri e medicina territoriale, allentando così l’efficacia della continuità assistenziale.
Infine sono stati aggiornati i tre Indici sull’andamento dell’ospedalità italiana: l’indice sullo sviluppo di un sistema misto delle strutture di ricovero, l’indice di soddisfazione percepita da parte dei cittadini nei confronti dei servizi ospedalieri e l’indice di libertà di scelta degli istituti di cura da parte delle persone. A queste informazioni si sono poi aggiunte, come di consueto, quelle relative ai dati sulle strutture, sulle attività sul personale e sulla spesa, che forniscono l’annuale quadro della “macchina” ospedaliera del Paese.
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