Il VI Rapporto sulla classe dirigente, promosso dall’Università LUISS Guido Carli e da Fondirigenti attraverso l’Associazione Management Club, analizza il contributo delle rappresentanze degli interessi economici alla crescita e allo sviluppo del Paese.
Non sono molti gli studi in Italia che hanno affrontato questo tema. In realtà, ve ne sono pochi anche sul piano internazionale, se ci si riferisce in particolare al ruolo della rappresentanza nel contesto della crisi finanziaria che ha drammaticamente sconvolto le economie occidentali.
Questo Rapporto costituisce, dunque, una delle prime riflessioni sistematiche in proposito. è il risultato del lavoro di ricercatori che hanno competenze diverse (scienziati politici, economisti, sociologi dell’economia e del territorio, esperti di politiche pubbliche) sul ruolo che le rappresentanze degli interessi economici hanno avuto nella persistenza della non-crescita italiana.
Tuttavia, tali differenze non hanno impedito che venissero individuati, e da tutti i ricercatori condivisi, alcuni fattori strutturali che sono stati e continuano ad essere alla base del ritardo italiano. Fattori che potranno essere superati attraverso una ridefinizione dei paradigmi con cui si è finora pensato alla politica pubblica nazionale, anche all’interno delle classi dirigenti
delle rappresentanze degli interessi economici e non solo di quelle politiche.
Se il Rapporto precedente segnalava la nascita di un Nuovo Mondo, questo Rapporto vuole segnalare la necessità di un nuovo modo di pensare i problemi della crescita economica del Paese. È attraverso questa riformulazione dei paradigmi e delle conseguenti strategie d’azioneche sarà possibile favorire una maggiore responsabilità delle classi dirigenti nei confronti della crescita. Se esse saranno capaci di ridefinire il proprio ruolo nel contesto della globalizzazione e europeizzazione, allora riusciranno a dare al Paese una spinta per farlo uscire dall’immobilismo che lo imprigiona.
Di qui il trinomio che costituisce la struttura e il focus di questo Rapporto: una rappresentanza rinnovata costituisce un contributo essenziale all’affermazione di una responsabilità collettiva della classe dirigente del Paese per riportare quest’ultimo in una condizione di crescita. Questi cambiamenti saranno possibili a patto che le associazioni comprendano l’urgenza di tornare a investire nelle competenze delle proprie organizzazioni, rendendole così in grado di affrontare le sfide della complessità. Ciò dovrà tradursi nell’adozione di nuovi modelli organizzativi – come in parte sta avvenendo con i tentativi di aggregazione in atto tra diversi settori e associazioni del sistema delle rappresentanze degli interessi – e in un salto di qualità nella formazione delle nuove leadership delle rappresentanze, attivando programmi altamente qualificati sui nuovi compiti della “governance responsabile”.
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